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Friedman, Milton

"Io sono in favore di tagliare le tasse in ogni circostanza e per ogni scusa, per ogni ragione, ogniqualvolta sia possibile. La ragione perché io lo sono è perché credo che il grosso problema non sian le tasse, il grosso problema son le spese. La domanda è: "come fare a fermare le spese del governo?". Le spese del governo ammontano ora a circa il 40% del prodotto interno senza contare le spese indirette dovute all’applicazione delle norme e via dicendo. Se voi aggiungete anche queste, si arriva grosso modo alla metà. Il reale pericolo che noi corriamo è che il numero possa lievitare ancora, ancora ed ancora. Penso che l’unico modo efficace per fermarlo è di abbassare la somma degli introiti che ha il governo. Il modo per farlo è di tagliare le tasse."
- dall’intervista a John Hawkins, 16 settembre 2003

Milton Friedman (Brooklyn, 31 luglio 1912 – San Francisco, 16 novembre 2006)

Il pensiero monetarista di Friedman

Friedman fu un economista statunitense il cui pensiero ha influenzato molte teorie economiche, soprattutto in campo monetario dal XX secolo ad oggi. Fondatore della scuola monetarista, Friedman è stato insignito del Premio Nobel per l’economia nel 1976.

I suoi maggiori contributi alla teoria economica riguardano:

  • studi sulla teoria quantitativa della moneta,
  • teoria del consumo,
  • l’elaborazione del concetto di tasso naturale di disoccupazione
  • il ruolo e l’inefficacia della curva di Phillips nel lungo periodo.

Secondo Friedman, l’inflazione è da considerarsi un fenomeno monetario, inutile sul lungo periodo per ridurre la disoccupazione.

Le sue teorie sulla politica monetaria, incentrata nel conseguimento del controllo della crescita della massa monetaria, sono state impiegate dalla Federal Reserve negli Stati Uniti ed anche dalla Banca Centrale Europea (BCE).

Le teorie economiche di Friedman hanno esercitato forte influenza sulle scelte di molti personaggi politici del calibro di Margaret Thatcher e Ronald Reagan e sono ancora oggi oggetto di accesi dibattiti.